Pellio

Il ritrovamento, su alcuni massi in località Pian delle Noci, di coppelle, lascia supporre la presenza umana già durante la preistoria. Non lontano dalla chiesa di San Giorgio, in posizione strategica, è stato ritrovato un fortilizio di età ottoniana (X sec. d.C.)

Il paese era storicamente diviso in due parti: nel 1756 i Comuni di Pelsopra (Pellio Superiore) e di Pelsotto (Pellio Inferiore) sono stati unificati nel Comune di Pellio e dal 2017 Pellio fa parte del comune Alta Valle Intelvi.

Il centro storico del borgo presenta una struttura tipicamente medievale, ed è ricco di case appartenenti ai Magistri che qui sono nati: a Pellio Inferiore il noto scultore Ercole Ferrata e il dignitario pontificio Simone Dario e a Pellio Superiore artisti della famiglia Lurago e Molciani.

Ercole Ferrata, nato nel 1610 a Pellio Inferiore, dove ancora è visibile la sua abitazione, volle assai precocemente seguire le orme dello zio Tommaso Orsolino, scultore di Ramponio. Discepolo dell'Algardi e del Bernini, Ercole Ferrata operò con quest'ultimo a Roma, divenendone uno dei migliori allievi. Tra le sue innumerevoli opere romane, ricordiamo solamente le numerose sculture nella basilica di San Pietro, l'Angelo che porta la Croce sul ponte Sant'Angelo, l'Elefantino con Obelisco in piazza della Minerva ed il suo capolavoro: Sant'Agnese in Fiamme nell'omonima chiesa del Borromini in piazza Navona. Tra le sue opere migliori dobbiamo ricordare anche le otto statuette in legno di ulivo rappresentanti la Madonna col Bambino e vari santi ora esposte nel Museo d'Arte Sacra di Scaria. Le opere, che provengono dallo studio romano di Ercole Ferrata, costituiscono un lascito dell'artista alla sua comunità al fine di "servire per studio alla gioventù". Nonostante il suo notevole successo a Roma, dove impostò una bottega che ebbe grandissima importanza per la storia dell'arte nella capitale, non dimenticò il suo paese natio, ove grazie ai suoi lasciti, unitamente a quelli del compaesano Simone Dario, fu creata la prima farmacia e condotta medica della Valle Intelvi e fu ricostruita la chiesa della Madonna del Garello, detta anche della Madonna del Fiume.

Chiesa di San Michele

La chiesa di San Michele a Pellio Inferiore è di origine medievale. Seguendo le tracce del culto micaelico possiamo ammirare anche in valle l'angelo alato "San Michele abbatte Lucifero" nell'affresco di pieno settecento di Carlo Scotti di Laino sulla volta del presbiterio. Troviamo il tema dell'Arcangelo che combatte il demonio anche nel dipinto contenuto in uno stendardo ricamato di funzione processionale all'entrata della chiesa. Il presbiterio, sempre nel Settecento, è stato oggetto di molti interventi tra cui la bellissima pala d'altare della "Presentazione al tempio" riferita a Carlo Innocenzo Carloni di Scaria, le due nicchie per reliquiari e il pulpito di Paolo Caprani di Laino. Sulla volta della navata di sinistra la "Predica del Battista", "Sant'Antonio da Padova", "l'Apparizione del Sacro Cuore a Santa Margherita Alacoque" e sulla parete terminale la "Pentecoste". Nel 1940 Luigi Cavallini e Leopoldo Carelli eseguono le pitture murali. Sulla volta centrale il "Trionfo della Fede" e Storie bibliche in monocromo.

Chiesa di Santa Maria

La chiesa di Santa Maria a Pellio Superiore è di probabile origine medievale, ma venne consacrata nel 1532 dopo i restauri del XVI secolo. L'edificio venne successivamente ripreso nel 1792 e nel 1877. Interessante il cinquecentesco affresco di "Sant'Antonio da Padova", il dipinto coevo rappresentante la "Madonna del Latte" e lo strappo d'affresco tardo cinquecentesco con le "Nozze mistiche di santa Caterina d'Alessandria e san Nicola".

Chiesa di San Giorgio

Nella parte alta del paese sul luogo di un'antica fortificazione sorge la chiesa di San Giorgio, di origini romaniche e pesantemente rimaneggiata. Nel 1931 ha assunto anche la dedicazione alla Beata Vergine di Caravaggio. All'interno un affresco cinquecentesco di scuola lombarda con la "Natività" e un bellissimo tabernacolo a muro dello stesso secolo. A partire dal 1751 sono registrate le spese per la costruzione e decorazione della nuova sagrestia con stucchi del 1760 e ancora più pregevoli sono gli affreschi alle pareti di Pietro Molciani del 1769 a costituire un complesso rococò unico nella Valle.

Chiesa della Madonna del Garello

In posizione isolata, presso il fiume (Telo di Osteno), sorge l'oratorio della Beata Vergine Annunciata al Garello. All'esterno, sulla facciata, è accolta in una nicchia la copia della statua di matrice orsolinina della "Madonna col Bambino che regge il globo", oggi nel Museo d'Arte Sacra di Scaria (Alta Valle Intelvi). Una precedente chiesa, forse di fondazione romanica, è attestata dall'antica abside oggi cappella di sinistra con all'interno un affresco cinquecentesco della "Madonna col Bambino e i santi Rocco e Sebastiano".

Di fronte, la seicentesca cappella dedicata a san Carlo vede la pala col santo titolare contornata dagli stucchi opera di Giovan Battista Frisoni. Giorgio Mollisi ha attribuito gli angeli sul voltino della cappella a Salvatore Pozzo da Puria, pittore del ramo detto dei "Galera". 

Giovanni Battista Barberini (Laino, 1625 circa – 1691 o 1692) ha decorato il presbiterio nel 1645. Malgrado lo stato di conservazione precario e i numerosi furti subiti (pala maggiore, panche), l'oratorio del Garello si pone fra i più straordinari esempi di decorazione a stucco della Valle e, la sua precocità, aprirà la strada ai grandi cicli di Laino e Scaria. Ed è nel presbiterio, un tempo di iuspatronato della famiglia Dario, che è visibile, sulla parete sinistra, un busto di Simone Dario con un'iscrizione che ricorda la sua attività romana, quando presiedette all'erezione della Cappella Pontificia al Quirinale e la sua collaborazione con ben tre papi. Infatti il 15 aprile 1643 lo scultore Ercole Ferrata e l'alto dignitario pontificio Simone Dario (stuccatore e costruttore attivo a Roma), entrambi originari di Pellio Inferiore, istituirono la cappellania del Garello e finanziarono la costruzione della nuova chiesa.

Negli ITINERARI le brochure delle singole chiese.